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Il nostro senso della "realtà" è segnato da un abituale limite di prospettiva. Al di là della "censura cosmica", ossia della frontiera che delimita l'"orizzonte degli eventi" dell'universo fisico, vi è un ambito dell'accadere destinato a rimanere invisibile. L'indagine sulla struttura della materia ci ha peraltro reso consapevoli che la realtà fisica visibile è avvolta dalla dimensione ben più estesa dell'antimateria, pressoché totalmente sconosciuta. Anche all'interno del mondo in cui viviamo vi sono sfere non materialmente tangibili o non immediatamente visualizzabili. Oltre a sostanze ed eventi, oggetti materiali e sociali, l'ontologia conta nel proprio catalogo le cosiddette "entità non-esistenti", figure il cui paradossale statuto è all'origine di una antica ed animata discussione filosofica. Le passioni ci sono testimoni che l'immateriale - il cui essere è al modo del non-essere suscita in noi innegabili effetti concreti. Intorno alle entità non-esistenti si aggroviglia un intreccio variegato di fili di ordine ontologico, psicologico, epistemologico: è su questa rotta che si mantiene la navigazione ondivaga compiuta in questo saggio.